2010 – Progetto

L’ARTE intesa come linguaggio, come modalità e ipotesi di espressione; l’ARTE, portatrice di significato che si esprime con diversi linguaggi. Quell’ARTE che stabilisce uno scambio di informazioni, un flusso di diverse conoscenze, una via di comunicazione, un’arteria. Da qui parte il nostro progetto.

Pensatela così: tre ragazzi una Designer, una Pianista e un Attore/musico creano un giornale per la loro comunità metà notizie e curiosità e metà cultura, lo autofinanziano lo portano gratis a tutti i cittadini. Passati alcuni Anni per scelta amministrativa vengono privati della loro stanza per farne la sede della Associazione Sportiva locale. Non ci stiamo, vogliamo dimostrare che la Cultura può far più “share”. In un mese tra amici sms, email, telefonate riusciamo a fondare un nuovo Paese (Calvino l’avrebbe chiamata città invisibile) lo chiamiamo ARTEr.i.e. con tanto di segnali stradali (taroccati), stemma e regolamento. La popolazione di ARTEr.i.e conta di circa 250 unità per sera. Unico requisito voler dare un interpretazione di un arte. Le vie (arterie) si colorano si rifanno il look e diventano continui palcoscenici ove si può simultaneamente ma per categoria recitare, suonare, ballare, cantare, dipingere e scolpire, leggere. Ognuno è libero di usare quel tempo come vuole, cioè … si è liberi. Un flusso reale palpabile di informazioni punti di vista modi di vedere la cultura senza distinzione di esperienza e professionalità. L’arte come moneta, come scambio o baratto senza commerci e multinazionali, etici e rinnovatori al tempo stesso. Un Mondo talmente possibile che affascina incuriosisce e stuzzica circa tremila (la Folla) persone a sera che ritornando nei loro paesi rimangono marchiati di ipotesi culturali ne diventano portatori sani. Poi tutto viene riassorbito si deposita nell’ombra e risorgerà nel prossimo settembre per meravigliare di nuovo.

ARTEr.i.e.- Rassegna di Ipotesi Espressive”, e’ giunta con successo alla sua sesta edizione e forte di un lavoro di preparazione attento e costante durato un intero anno. Attraverso l’individuazione, all’interno delle mura del Centro Storico di Cantalupo in Sabina, di percorsi a tema nei quali si esprimono e sperimentano le diverse forme d’arte, garantiamo un mix-formativo/culturale tale da poter essere compreso e fatto proprio da ogni visitatore. Questi percorsi, separati, confluiranno tutti, nello spazio e nel tempo, in momenti comuni, nei quali potranno aver luogo occasioni di elaborazione e creazione (laboratori) e di confronto e sintesi (spettacoli). ARTEr.i.e è anche un contesto culturale dove si sperimentano nuove forme di rapporto tra attori e pubblico in un’ottica di divulgazione attiva dell’arte.

Gli artisti presenti toccano una cifra intorno alle 800 presenze nell’arco dei quattro giorni della manifestazione con circa 150 spettacoli differenti per ogni serata. Cifra ancor più importante se si confronta con i 1600 residenti del paese,  e che fa di ARTEr.i.e. un paese nel paese. Queste cifre chiaramente pongono questo evento come il più partecipato e quello con maggiori punti spettacolo dell’intera Provincia di Rieti, classificandosi primo al bando provinciale della legge 32/78.

Non secondario è l’aspetto scenografico e scenotecnico che  caratterizza ARTEr.i.e.: il centro storico del paese viene completamente trasfigurato attraverso un’illuminazione ad hoc e delle scenografie incisive, ma che non ostacolano la visione del paese, ma che, anzi, la rinnovano.

L’altissima qualità degli spettacoli e la rilevanza degli eventi realizzati oramai ha travalicato i confini regionali e sempre più vasta è la partecipazione di artisti che provengono da quasi tutte le regioni italiane, se non dalla comunità europea.

La presenza di pubblico, sempre notevole nelle prime edizioni, ha imposto già dalle scorse edizioni di creare un servizio d’ordine per la gestione dei flussi nei percorsi. La stima di partecipazione media è di circa 3.500 visitatori per ogni sera, con picchi superiori ai 5.000 la sera del sabato, e ha confermato che l’affluenza non è inversamente proporzionale alla qualità.

Il fatto che non vi siano presenti momenti di commercializzazione e di vendita, ne innalza ulteriormente l’aspetto artistico.

 

La Rassegna si propone di utilizzare le varie espressioni e i linguaggi artistici come mezzo per visitare e conoscere il Centro Storico e beneficiare, a sua volta, del Centro Storico come elemento fondamentale della proposizione delle arti: sfruttare l’opportunità di dare una visione differente dello stesso luogo e della sua quotidianità, creando attenzione e attrazione, ma soprattutto incrinando il meccanismo di consuetudine che lo spazio e il territorio ci fanno sentire abitualmente.

Per chi ci vive ancora diventa di conseguenza motivo per riavvicinarsi alle persone che per necessità si sono allontanate e quindi riportarle, per questa occasione, nei luoghi della loro infanzia.

Inoltre è importante recuperare il valore della “Comunità” come elemento di socializzazione.

La rivalutazione del Centro Storico ci permette inoltre a mettere in evidenza gli scorci già presenti nel tempo e quelli creati o ristrutturati da recenti interventi.

La nostra speranza, nel promuovere questa idea, è quella di riportare la gente a riscoprire e rivivere il Centro storico, ripopolando vicoli e case, evitando di conseguenza di attaccare l’etichetta di “dormitorio” al nostro paese.

Le arti, più per convenzione e consuetudine, che per regola e necessità, hanno bisogno di siti adatti per una migliore fruizione e valorizzazione.

Noi crediamo che in questo determinato ambito e per gli obiettivi stessi di questa manifestazione, il paese sia lo scenario migliore e momento di pretesto per il loro esercizio.

L’idea-obiettivo è riuscire a far condividere gratuitamente le arti, mettendole a disposizione della società sotto forma di conoscenza.

Riuscendo nel nostro intento, si abbattono di conseguenza le distanze attualmente presenti tra Arte e persona al di fuori di luoghi istituzionalmente e convenzionalmente adibiti a ciò (musei, mostre, teatri, ecc.) e ad essere annullata è anche la distanza che c’è tra spettatore e artista, ritenendo che la vicinanza aiuta lo spettatore stesso a vederci chiaro, a individuare tecniche che ignora, e alla possibilità di sentirsi acquisendo coscienza critica un potenziale portatore di conoscenza.

Per far sì che ciò accada, all’interno dei percorsi verranno allestiti dei laboratori, dove ci si potrà stupire del fatto che l’arte, qualsiasi essa sia, non è poi così inaccessibile come spesso ci fanno credere.

Offrire vari punti di vista e diverse tecniche artistiche agevola in ognuno di noi lo sviluppo, la scoperta e la ricerca di nuove espressioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *